lunedì 12 novembre 2012

Nuovo sito- nuova vita! ...spero!!

Ho  cambiato casa. Un trasloco che nulla toglie al sapore delle mie parole, riflessioni, letture.

Ora potete seguire le mie  avventure al seguente indirizzo www.ioerojo.it!

Lasciate commenti, pareri, commenti, pensieri! Vi aspetto!

                                                                                                                                                                       J.




Follow me ! www.ioerojo.it ! See you soon!

martedì 30 ottobre 2012

Maanii by Adax: fascino danese

 
Maanii by Adax has been for me the discovery of the Scandinavian fashion and that unique way to be fascinated with the simplicity of the lines and the essentiality of the style. In the Åhléns stores in Stockholm a wonderful display of leather goods such as handbags, wallets with a soft mixtures of fasteners zips and brooches won my earth.
The Danish brand Maani by Adax has been, since 2009, minded by Najia Silfen, with a degree by BEC design since 2008 and with a experience from Milan of IED Moda e Design. As mentioned the strongest point is the simplicity that gives room to the softness and the quality of material used, that become the absolute highlight, in a curious mix of tradition and contemporariness. This winter the collection is based on the colour, that goes from dusted celeste to the glycerin colour and a shades of orange, not forgetting the leather vintage effect and the black.
I have two Maanii bags, both a very appreciated present, that make me feel, in a sea of brands and labels by now inflated, avanguard blogger.
For more information about Maanii by Adax visit site www.maanii.dk page fb MAANIIBYADAX



Maanii by Adax è stata per me la scoperta della moda scandinava e di quel modo unico di essere affascinanti nella semplicità delle linee e nell'essenzialità dello stile.
Nel grande magazzino Åhléns di Stoccolma facevano bella mostra una serie di borse, pochette e portafogli in pelle che nulla concedevano ai fronzoli e ai loghi esibiti e questo, unito al mix di pelli morbide, giochi di zip, borchie e ad un senso di vissuto metropolitano, me ne fece innamorare.
Il brand danese Maani by Adax è curato, dal 2009, dalla stilista Naja Silfen, laureatasi alla BEC design nel 2008 e con alle spalle una esperienza milanese alle IED Moda e Design.
Come detto, il punto di forza della linea è la semplicità che lascia spazio alla morbidezza e al pregio dei materiali usati che diventano protagonisti assoluti, in una curiosa commistione di tradizione e contemporaneità.
Quest'inverno la collezione punta sul colore, che spazia dal celeste polvere, al glicine e ai toni dell'arancio, senza rinunciare al cuoio effetto vintage e al nero.
Ho due borse Maanii, entrambi regali graditissimi, che mi fanno sentire, in un ripetersi continuo di marche e loghi ormai inflazionati, una blogger all'avanguardia!

Per maggiori informazioni su Maanii by Adax visitate il sito www.maanii.dk e la pagina fb MAANIIBYADAX
J.






















giovedì 25 ottobre 2012

Stig Dagerman: la colpa dell'innocenza.


Lascio sogni immutabili e relazioni instabili. Lascio una promettente carriera che mi ha procurato disprezzo per me stesso e unanime approvazione. Lascio una cattiva reputazione e le promessa di una ancora peggiore. Lascio qualche centinaia di migliaia di parole, alcune scritte con piacere, la maggior parte per noia e per soldi. Lascio una situazione economica miserabile, un'attitudine vacillante rispetto ai grandi interrogativi del nostro tempo, un dubbio usato ma di buona qualità e la speranza di una liberazione.
Porterò con me nel viaggio un'inutile conoscenza del globo terrestre, una lettura superficiale dei filosofi, e, terza cosa, un desiderio di annientamento e una speranza di liberazione. Porterò inoltre un mazzo di carte, una macchina da scrivere e un amore infelice per la gioventù europea. Porterò infine con me la visione di una lapide, relitto abbandonato nel deserto o nel fondo del mare, con questa epigrafe:

QUI RIPOSA
UNO SCRITTORE SVEDESE
CADUTO PER NIENTE
SUA COLPA FU L'INNOCENZA
DIMENTICATELO SPESSO


Pubblicato postumo nel 1951, con questo messaggio prese congedo dal mondo uno dei più brillanti, e ai più sconosciuto, scrittore svedese del secolo scorso: Stig Dagerman.
Le poche note autobiografiche che potrei aggiungere per presentarvelo non aggiungerebbero nulla a ciò che lui stesso ha così brillantemente e tragicamente detto di sè stesso nel messaggio sopra riportato e nei suoi libri, che folgorarono la critica dell'epoca e lo portarono, giovanissimo, a scegliere il suicidio quale via di fuga al senso di colpa di essere sceso a patti con la vita, trasformando la sua disperazione in un'opera d'arte.
A pagare con la vita la battaglia mai vinta contro le ingiustizie, sociali e metafisiche, del mondo.
Di sicuro, a dispetto di quanto lui stesso chiede di fare, una volta lette le sue opere non sarà possibile “dimenticarlo spesso”.
J.



venerdì 19 ottobre 2012

Vecchio Metodico: l'avanguardia nella tradizione

Nell’ex ghetto ebraico di Bologna, in un labirinto di viuzze ricche di storia, in via Inferno n 12/a, ha da pochi giorni aperto le sue porte al pubblico l’atelier design “Vecchio Metodico”, frutto della passione per l’arte, il design e la tradizione artigiana  di Giulia Boccafogli ed Emanuela Paradiso, due amiche, nonché colleghe di lavoro, che pur con stili e storie personali diverse, hanno voluto fondere in un unico progetto scelte e aspirazioni affini.
Mi ci sono imbattuta per caso, su suggerimento di una cara amica che caldeggiava il fatto che andassi ad immergermi in una atmosfera a metà strada tra il laboratorio artigiano ed uno spazio artistico bohemien, e mi perdessi tra stoffe, collane, filo da cucire, inseguendo, ancora una volta, le tracce lasciate da giovani artiste ricche di talento che ho ora il piacere di presentarvi.
Giulia Boccafogli, nasce a Bologna nel 1980 e dopo la maturità classica si laurea in architettura a Firenze nel 2006 con una tesi in Tecnologia e Design.Si occupa di progettazione edile e d’interni ma non trascura la sua vena creativa che la porta ad affinare sempre di più gli studi sui materiali e le lavorazioni alternative.
Dal 2006 espone le sue creazioni artistiche a mostre e fiere (Macef designer club nel gennaio 2008, So critical So Fashion settembre 2011) e temporary shops (Urban Life, gruppo COIN, settembre 2010/febbraio 2011), suscitando anche l’attenzione di riviste e siti web del settore cone Frizzi Frizzi, Glamour, Cosopolitan, Marie Claire e Vogue Italia.
Il 2011 segna una svolta definitiva nella sua vita: si trasferisca a San Francisco per 4 mesi durante i quali può dedicarsi alla ricerca e seguire diversi workshop sulla lavorazione dei metalli e di altri materiali alternativi.
I gioielli contemporanei di Giulia Boccafogli, tutti pezzi unici realizzati a mano con pregiati pellami di recupero, hanno uno stile a metà tra la moderna decadenza, caratterizzato da onde, drappeggi e linee morbide e il tribale, con sottili, soffusi richiami fetish; uno stile in cui il concetto di “accessorio” sembra svanire, lasciando al suo posto l’idea dell’ornamento come grande protagonista.
Emanuela Paradiso, inizia a muovere i primi passi nel mondo del tessile già in tenera età, quando, nel cortile della scuola materna, crea tessuti cucendo insieme foglie con aghi di pino!
Nel 2006 si laurea al Dams di Bologna con indirizzo arte e frequenta tra il 2006 e il 2007 il Master di graphic and interior design presso lo studio Bortolotti International di Bologna e contemporaneamente si forma a bottega in una sartoria.
Nel 2008 apre le porte del suo atelier, ”Confezioni Paradiso”, in Via dell'Inferno 12/a a Bologna, luogo in cui prendono vita le sue prime creazioni tessili. A metà strada tra la ricerca di un linguaggio grafico pulito da applicare alla lavorazione e alla stampa su tessuto e la forte attrazione per le tradizioni tessili cosiddette “lente” (ricamo, stampa manuale, tintura naturale, patchwork), rivisitate alla luce delle esigenze estetiche e funzionali delle nuove generazioni, la produzione.
Ricami con soggetti vicini al mondo dell'illustrazione lavorati sulle tele della nonna tessute a telaio, disegni semplici ed essenziali scaturiti da ricordi d'infanzia e riportati su stoffe recuperate da fondi di magazzino, danno vita alle collezioni dedicate alla donna, alla casa e al bambino che vengono rivendute in diverse boutique in Italia.
“Confezioni Paradiso” non è solo un piccolo marchio che produce pezzi unici e serie in tirature limitatissime, ma anche uno spazio di ricerca e sperimentazione che studia progetti tessili su misura per privati ed aziende fornendo consulenze e realizzando prodotti ad hoc personalizzati, e dal 2012 è anche “Confezioni Paradiso LAB” in Via Mascarella 11 a Bologna, luogo dove le idee prendono forma e spazio dedicato a workshop e corsi individuali per stimolare la creatività tessile.
Dal luglio 2012 Emanuela unisce la sua arte a quella di Giulia e le due colleghe-amiche danno vita all’atelier “Vecchio Metodico”, piccolo studio laboratorio, dove Giulia ed Emanuela perseguono l’obiettivo di far convivere la contemporaneità delle loro creazioni con la cura per la tradizione e la lavorazione artigiana dei prodotti.
All’interno dell’atelier è possibile scoprire le loro collezioni composte da complementi tessili per la casa, borse, accessori e creazioni originali in fibra naturale, cotone, lino e velluto, decorati da fini ricami moderni e da contemporanee stampe e serigrafie.

Sono inoltre presenti originali ornamenti per il corpo e per i capelli in pregiata pelle di recupero, realizzati a mano unitamente a metalli non preziosi come ottone, acciaio e alluminio e a pietre semi preziose.

Emanuela e Giulia, oltre ad esporre le loro creazioni di repertorio, offrono servizi di consulenza professionale a privati e aziende, per la realizzazione di pezzi ad hoc, pensati appositamente per le singole esigenze del loro cliente.

mobile: +39 3402348029
mobile: +39 3496115445

VECCHIO METODICO
         d e s i g n   s t u d i o
     
address: via dell’Inferno 12/a, Bologna
web: vecchiometodico.blogspot.com
phone: +39 0514121641


J.









lunedì 15 ottobre 2012

Pronto, chi parla?


In studio, come ogni mattina, mi ritrovo ad imbustare lettere e fotocopiare atti...e la mia mente è sempre e comunque altrove.
Mi ritrovo così a pensare alla bella domenica pomeriggio passata a chiacchierare di libri, vita e sogni con il mio amico Massimo. Accocolati nel divano in quel pomeriggio nuvoloso che è stato ieri, abbiamo riso e scherzato delle relative difficoltà di lavoro e parlato dei viaggi che ci hanno visti protagonisti insieme nell'amato nord europa.
Ripercorso la bellezza di Stoccolma e immaginato un imminente, quanto improbabile, trasferimento nell'isola di Sodermalm a gestire un piccolo atelier-bistrot. (Specifico, per amore di precisione, che IO vivrò a Sodermalm mentre il mio amico non si sente di tradire la bellezza storica e misteriosa della piccola Gamla Stan).
E poi ancora chiacchiere sulla bellezza dello scrivere delle lettere, di cui noi siamo sostenitori accaniti, (ah il profumo della carta e il senso di felice attesa...), di gatti ( ah, la bellezza di coccolare morbidi batuffoli di pelo, di libri ( ah, se solo lavorassi una una libreria...!).
Dove sta l'eccezionalità di un pomeriggio trascorso così? Che Massimo vive ad Oslo e io gli parlavo dalla mia casetta persa nel Bel Paese. Eppure davanti allo schermo del pc le distanze sono state magicamente annullate.
Non è la prima conversazione che mi capita di fare su skype, eppure l'eccezionalità del pensare che veramente siamo connessi con il mondo, che le distanze fisiche possono essere abbattute con un click, per una volta, mi ha riconciliato con la tecnologia internettiana che tante altre volte, forse con fare eccessivamente conservatore, mi sembra snaturi i “veri” rapporti umani, riducendoli ad una grande nebulosa dove siamo tutti “AMICI”, senza esserci visti mai negli occhi.
La stessa pioggerellina fine che cadeva sul mio abbaino caratterizzava il grigio pomeriggio norvegese e per un attimo mi è sembrato che fossimo tutti e due lì. Dove? Nello spazio senza distanze che si chiama amicizia!
J.

martedì 2 ottobre 2012

Vanessa Aresu...Think to be happy!



Conosco Vanessa da tanti anni. É stata mia compagna di scuola, all'epoca della prime fughe in motorino e delle prime feste tra amici, in seguito mia collega all'università. Poi l'ho persa di vista e ora, dopo tanti anni, la ritrovo stilista di moda! La cosa dovrebbe, ma non mi sorprende, perchè questa scelta, così fuori da un percorso di vita che può sembrar già stabilito, è proprio nello spirito di Vanessa! Io, con stima, la considero un'araba fenice e sono stata testimone di come sia sempre riuscita a rinascere dalle ceneri delle difficoltà e dei dolori della vita e a fare del suo carattere volitivo la sua forza. Vorrei fossero proprio lei e le sue creazioni a raccontarvi la sua storia, emblematica di come tutto nella vita, per passione, può sempre cambiare!
.“Una laurea in giurisprudenza un master alla scuola notarile per decidere alla tenera età di 34 anni di dedicarmi alla mia grande passione la moda...perchè nella vita ti devi chiedere solo se sei felice tutte le altre sono le domande sbagliate....
Ho sempre coltivato la passione per la moda facendo svariati corsi: la scuola sartoriale, i corsi di figurino...il tutto nei ritagli di tempo,scappando prima dalla studio del notaio lasciando spesso in sospeso gli atti notarili o gli atti processuali per mettermi a fare fili lenti fino a tarda notte. Poi la svolta:il corso a Milano il Marangoni...e lì ho incominciato a crederci ad avere il coraggio di provarci...
Nasce così la mia prima collezione Think....think to be happy...pensa a come essere felice! Nel mio caso scegliendo il lavoro che magari ti fa guadagnare meno e lavorare il doppio ma ti rende viva felice appassionata alla vita ai sapori e ai colori.
Con questo lavoro ho deciso di portare tutto il mio vissuto, il mio animo, le mie passioni; ho deciso con grande coraggio che le mie modelle dovessero essere calve in memoria di mio padre morto a 48 anni di tumore al cervello. É un modo di sentirlo vicino a me, di farlo rivivere nelle mie creazioni di fargli vincere la morte. Ho rivoluzionato la mia vitaù: è un percorso difficile, con grandi e pesanti "no" ma capace di regalarmi anche grandi gioie e soddisfazioni.
Rifarei tutto compreso la laurea in giurisprudenza e il master. Sono esperienze che mi hanno formato e mi hanno fatto diventare la donna che sono...l'unico vero rimpianto e non avere mio più mio padre vicino a sostenermi e godere dei miei traguardi...ma in modo diverso anche in passerella Lui è sempre vicino a me.
Questo in breve è la mia storia, il mio vissuto la mia esperienza che racconto con la fragilità e la spontaneità del cuore...forse perchè preferisco parlare di sentimenti mi rende più vulnerabile ma sicuramente più vera ed è questa l'immagine che voglio dare di me".
J.


















lunedì 24 settembre 2012

Francesca Lù: un mondo a colori!


Artista poliedrica, capace di spaziare tra le più variegate tecniche pittoriche, dal carboncino al pennello cinese, passando per gli acquerelli e colori acrilici, Francesca Romana Luzi, conosciuta nel web come Francesca Lù, è la prima, di una serie di giovani artiste che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui ho piacere di parlarvi.
Creatrice di Fermenti Attivi che ha come logo un bacillo, presente appunto nei fermenti lattici, è anch’essa in continuo “fermento”...artistico, pronta a lanciarsi in nuove sfide.
Dopo il liceo classico e l’Università di lingue e letterature straniere a Roma, l’amore per l’arte, il disegno,la pittura e la grafica viene fuori in maniera prepotente. Frequenta quindi un corso di grafica visualizer e grafica di desktop publishing e uno di web designer e inizia a lavorare come art director di campagne pubblicitarie delle più note agenzie del settore: McCann, Leo Burnett e Publicis.
Dopo 7 anni però, incapace di mettere da parte la sua vera passione per il disegno, si mette in proprio e in gioco!
Frequenta la Scuola Romana del Fumetto e per due anni studia disegno dal vero, nudo e tecniche pittoriche. Comincia a dedicarsi al disegno a 360 gradi: illustra libri ed esegue lavori commissionati da privati, quali la realizzazione di magliette, disegni su carta e tela, personalizzazioni di borse e shopper, e mille altre espressioni della sua fantasia!
I suoi soggetti preferiti sono gli animali, con una vera passione per i gatti, i cui ritratti variano dallo stile naif al realismo.
Ho conosciuto Francesca sul web e sono rimasta conquistata, non solo dalla squisita persona, ma dai suoi disegni che ho trovato da subito molto belli. La sua forza è, a mio avviso, la capacità di spaziare nei generi più diversi e nell’utilizzo delle tecniche più variegate. E nel suo spirito curioso, capace di dare forma alla richieste più diverse, con risultati sempre molto apprezzabili!
Si può immaginare un mestiere più bello che dare forma e colore ai sogni delle persone?

Se voleste vedere le sue creazioni andate sulla pagina Facebook Illustrazioni Francesca Lù oppure sul suo sito www.fermentiattivi.it/Illustrazioni. Se voleste contattarla alla sua mail è fra@fermentiattivi.it.

J.


Illustrazione "Sposini anni '60".




Illustrazione "Il Mago di Oz".





Ritratto "Gatto dagli occhi blu", realizzato con tecnica mista di pastelli acquarellabili e acrilico bianco.




Ritratto a carboncino.



"Connie su un fianco". Acrilico bianco su cartoncino rosso.




Mercante nei pressi di un arco, Italia centrale. Bozzetto di scena. Matita bianca e nera su cartoncino rigido.



Tascapane militare con ritratto di aristo-gatta.


"Delle piccole donne io ero Jo"...e anche Jo ebbe la sua shopper personalizzata!!

lunedì 10 settembre 2012

Invasione dal pianeta Fashion !

Da qualche anno sono spuntate fuori come funghi: tutte esperte di moda e di styling. Tutte a fotografarsi con i loro “outfits” in pose prese in prestito dalle riviste patinate, come loro.
Sono loro a dettare le tendenze, a dare il polso del mercato della moda, a giudicare stili, vestiti, pettinature, accessori...le fashion bloggers!
Un proliferare di piccole Carrie Bradshaw, che siano cittadine o figlie della provincia, avanzano spedite sulla via del successo dall'alto del tacco 12 con l'immancabile Chanel/Vuitton/Mulberry/Proenza Schouler/Etc Etc...
Alcune sono veramente originali, altre trasudano conformismo modaiolo: i marchi citati sono sempre quelli, così come le pose da modella per caso “ho messo la prima cosa che mi è capitata a tiro ma tanto sono sempre perfetta”!
Eppure mi sorprende la quantità di ventenni che possono permettersi dei veri e propri servizi fotografici nei loro siti, dove posano griffatissime dalla testa ai piedi...Anzi no, scusate! Dato che va una commistione di stili, mischiano sapientemente la magliettina H&M da 20 euro con le scarpe Louboutin da 6.000 euro ai saldi!!
Invitate alle sfilate, in prima fila negli eventi mondani, le fashionist presenzialiste sono un elemento essenziale di ogni buon party trendy che si rispetti!
Ovviamente parlo di alcune “che ce l'hanno fatta”, perchè stilare una classifica definitiva di un fenomeno in continuo aggiornamento è praticamente impossibile.
Il fenomeno fashion blogger è nato diversi anni fa con The Sartorialist e Jak&Jil, che, con stile assolutamente innovativo per l'epoca, iniziarono a pubblicare le foto delle mise più trendy scoperte in giro per la città. Nel giro di pochi anni poi, dal classico sito in cui si commentavano e condividevano (e criticavano) il modo di vestire dei vip o della gente comune fotografata per la strada, si è passati all'essere protagoniste di quelli scatti, all'indicare la retta via dell'essere “all'ultima moda”, se non a precorrerla...fino ai master per diventare fashion blogger professioniste!
Fenomeno inarrestabile?? Privilegiate figlie dei nostri tempi??
La moda è ovunque, tutto è apparire...e condividere...e chi non ha mai ceduto alla tentazione di assurgere, anche inconsciamente, a fashion blogger fotografandosi con il vestitino nuovo “che le amiche non hanno “ davanti allo specchio del bagno e pubblicandola immediatamente dopo su qualche social network, o cinguettandola in giro?!
Io alzo la mano
J.

martedì 4 settembre 2012

The big comedy

Ho rivisto da poco “American Beauty”  e ho pensato che delle volte la nostra vita fa proprio ridere.
Non so perché mi è venuto in mente una risata alla vista di un film che, con una buona dose di cinismo, mette in luce tutti i difetti dell’uomo medio…o forse proprio per questo?? Niente è più corroborante per il mio spirito di un po’ di buon cinico umorismo!
Se infatti potessi dipingermi come una novella Lester Burnham direi che “c’è tanto da ridere( per non piangere) a questo mondo!”.
Prendete me: sto ancora aspettando di diventare il grande avvocato che tutti, me compresa, avevano la certezza sarei diventata. E nel mentre che aspetto, dove trascorro le otto canoniche ore della mia vita? In nessuno grande processo, o con il naso dentro nessun interessante fascicolo ma, ATTENZIONE, …su ebay a cercami borse di seconda mano (o vintage come si suole dire)! Oppure su ryanair a sognare vacanze che non farò…!
Mi sveglio alle 7.30 del mattino per navigare su internet, fissare un pc, stampare qualche lettera e stare ore al telefono per la mia colonia felina! Non vi fa ridere?? L’avvocato dei gatti, ottima carriera!
Ok, allora sentite questa! Dove ho vissuto fino ai miei trent’anni? A casa dei miei! E perché l’ho lasciata? Perché un noto studio di diritto tributario ha letto con attenzione, e stimato di grande attenzione, il mio curriculum vitae! Clap clap...brava!! Ecco finalmente la chiamata!!
…Noto studio di diritto tributario… ma allora perché il capo studio fa correggere i miei atti alla segretaria?! Ahahahah! Questa è veramente buona!!
E prima ancora?!? Avevo uno studio mio (nientepocodimenoche!) ma era talmente poco frequentato da potenziali clienti che passavo le mie giornate a leggere un sacco di libri..ahahahha!!! Ci si laurea per leggere libri, buona questa (meno per i miei!).
Oooh, è questa: ho scritto a tutti per lavorare, compreso il Tribunale del malato che mi ha educatamente risposto che non mi avrebbe pagato per i miei servigi dato che si serve di legali volontari. Piccoli errori di valutazione, ma quando si ha bisogno di lavorare!
Ho altre storielle divertenti che un giorno continuerò a raccontarvi ( o avete pianto abbastanza?!).
Vedete comunque che ho ragione?? Se si riuscisse a prendere le distanze dalle brutture e frustrazioni quotidiane, se riuscissimo a vederci come protagonisti di un involontario film comico, ci renderemo conto che in effetti siamo proprio divertenti nella nostra piccolezza!
E voi? Quante volte vi sembra di trovarvi in una commedia di Woody Allen?! Di che film siete protagonisti?
J.

mercoledì 29 agosto 2012

Charmig blondin


Sono stata a Stoccolma e, coinvolta dall'atmosfera, dagli splendidi scenari, dalla popolazione giovane che inonda le strade, ho subito pensato di scrivere un blog per decantarne le lodi.
Ci ho provato, eppure non sono riuscita a concentrare in parole una serie di sensazioni che ho ricavato passeggiando per le sue strade e fermandomi nei suoi caffè o nei suoi negozi.
Solo una serie di flash che prendono il via da parole come “gioventù”, “relax”, “sperimentazione”. 
Via le ingessature, via la fretta, via il grigiore, avanti con il comfort (scarpe basse ad ogni ora!), avanti con le idee giovani, avanti con le idee artistiche e di design. Ho scelto tra le mie foto ciò che della città e delle sue espressioni mi è piaciuto di più!
Buona visione!
                                                                                                                                               J.


Gamla Stan vista dal belvedere di Sodermalm, inondata di luce.
                                                                                                                                                  

Stoccolma, nei pressi di Slussen.  Guardo Sodermalm respirando ancora la sua vitalità!



     
Caffetteria Muggen a Sodermalm e l'immancabile pausa caffè con fetta di brownie. Nella sala attigua si vende pane, di tantissimi tipi. Atmosfera da locale fuori dal tempo... 



Tio gruppen Swedish Designers. Nel 1970 dieci giovani designers tessili svedesi creano un gruppo denominato 10 GRUPPEN,  di cui curano ogni fase del processo produttivo, dal disegno dei tessuti alla realizzazione di una serie di articoli che spaziano dalle borse, accessori per la casa, stoffe. Il 10 Gruppen  ha esposto le loro opere di design nelle maggiori città del mondo incluse New York, Tokyo, Parigi e Berlino. Io ho fatto mia una borsa...     


Stor Torget di notte. Spopolata dai gruppi turistici della mattina, nel silenzio irreale della notte e illuminata dalle luci soffuse dei piccoli locali ancora aperti....


Ultima cartolina: Stockholm by night. Solo un arrivederci !                                                                                                                               

lunedì 16 luglio 2012

Il buio oltre la siepe.


...e per un attimo la sensazione di essere Scout e di incrociare lo sguardo di Boo da dietro la finestra semichiusa...Suggestioni di un pomeriggio d'estate, caldo come quelli in Alabama.
                                                                                                                                  J.

martedì 12 giugno 2012

Cattiva coscienza

Perché sei vestita così? E i capelli? Non porti mai i tacchi! E il matrimonio? E i figli?
Hai un’età, lo sai? Sei ancora così? Pensi poco al lavoro! Pensi troppo al lavoro! Sempre con il muso…! Devi essere allegra! Devi essere propositiva! Hai fatto quella telefonata? Hai rincorso tutti i treni? Quanti treni persi! Ma stai ancora aspettando quello giusto? …E i figli?
Pensi troppo! Quanti pensieri…Ti piacciono troppo le cose frivole! Come sei seria! Si vive una volta sola! …ma cosa vuoi fare se non hai soldi?? Ancora a vivere come una bambina? Sei figlia o madre? Sei un avvocato? A me sembri ancora ai blocchi di partenza! Ma se non ti vuoi bene tu, allora…! Saresti dovuta andare all’estero, apre la mente! Torna a casa!!!…Quando è il tuo compleanno? Sei una bambina! Tempus fugit…! E i figli?
                                                                                                                                            J.

martedì 5 giugno 2012

Un sorriso dalla Danimarca

Può succedere che nella vita capitino cose assurde! O forse sono solo normalmente diverse dalla solita noia quotidiana.
Può succedere di scrivere qualcosa che piaccia ad una persona “giusta” in quel momento. Una e-mail frutto della noia di un pomeriggio in ufficio…E ti viene regalata una borsa da una casa di moda!! Proprio quella che avevi visto in un centro commerciale a Stoccolma, durante una bella vacanza estiva e mai più trovata!

A me, Paolino Paperino? ?

Non c’è morale in questa storia buffa! O forse, a volerla proprio trovare, è che più della borsa vale il sorriso che ti ha strappato un regalo inaspettato. A ricordarti che la vita ti coglie di sorpresa, anche nelle minuscole cose, quando meno te lo aspetti.
J.

mercoledì 23 maggio 2012

Jo's bag

Delle piccole donne io ero Jo...così  si chiama il mio diario-blog! Grazie a Francesca Luzi ora la mia idea ha forma, materia e colore!
I miei libri non sono mai stati tanto ben riposti!

                                                                                                                                                  J.

mercoledì 9 maggio 2012

Un avvocato per amico

Le 5 cose da sapere sugli avvocati:

1)      Il termine Avvocato definisce un genus che   comprende due specie di individui: i  dominus e

gli scribacchini.

2) Quando andate in uno studio legale, non fermatevi all’apparenza della stanza in cui vi riceve il  

dominus. Lungo il corridoio, nelle loro cellette da api operaie, ci sono gli scribacchini che

seguiranno la vostra pratica e scriveranno i vostri atti.... ma che non prenderanno i vostri soldi.

3)      L’età media di un avvocato “affermato” è di 65 anni, il suo portaborse ne ha 40.

Con il passare del tempo la differenza di età è annullata: il secondo sembra il nonno

del primo.

4)      Gli avvocati non sono tutti ricchi. E se lo sono, in genere, non ne beneficeranno comunque 

 i propri collaboratori.

5)      Per essere un buon avvocato devi succedere ad un buon avvocato, che non ha

cancellato i modelli degli atti fatti dal proprio pc.

Parola di ape operaia.

                                                                                                                           J.

lunedì 30 aprile 2012

Libero da morire

"Ero soltanto un ragazzo della working class proveniente da un ghetto nazionalista, ma è la repressione che crea lo spirito rivoluzionario della libertà. Io non mi fermerò fino a quando non realizzerò la liberazione del mio paese, fino a che l'Irlanda non diventerà una, sovrana, indipendente, repubblica socialista".

Questa frase può essere considerata il testamento spirituale di Bobby Sands, attivista nordirlandese morto a 27 anni dopo 66 giorni di sciopero dalla fame, l’ennesimo, indetto per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla drammatica situazione dell’Irlanda del Nord e per vedere riconosciuto lo status di prigionieri politici ai volontari IRA detenuti nelle carceri inglesi.
Tempo fa avevo letto “Un giorno della mia vita”, libro-diario in cui il ragazzo riferisce degli abusi e delle sevizie a cui i prigionieri era sottoposti da parte dei secondini inglesi.
Un grido di libertà e di orgoglio pervadeva tutte quelle pagine, e proveniva da chi ha preferito morire per l’ideale di una patria libera.
Non è facile accostarsi ad una vicenda simile senza non essere assaliti da mille dubbi: esistono terroristi buoni e terroristi cattivi? Si potrebbe affermare con assoluta certezza che l’Irlanda del Nord fosse occupata militarmente dagli inglesi e che la guerra sanguinosa che contrappose l’Ira all’Inghilterra fosse a pieno titolo una guerra civile e che quindi legittimasse qualsiasi azione, anche l’uccisione di civili. E non avveniva poi lo stesso da parte inglese? Centinaia di persone, bambini e giovani, sono stati uccisi dai proiettili di gomma in dotazione all’esercito britannico, nonostante nella stessa Inghilterra fossero stati dichiarati illegali e ne fosse stato bandito l’utilizzo.
Però si può anche discutere come l’incancrenirsi del dialogo fosse dipeso dall’eccessiva durezza di entrambe le parti, nel voler cedere alla negoziazione , alla mediazione.
Il film “Hunger” del regista Steve McQueen, che racconta l’odissea umana e la morte di Bobby Sands, raccoglie tutti questi dubbi e delinea le varie sfumature di una vicenda tanto complessa.
È un film bellissimo, complesso, terribile. Nel leggere un libro il lettore ha sempre come filtro la propria fantasia, ma quando si diventa spettatori di immagini crude, violente, assolutamente fedeli al racconto originale, non ci si può più nascondere e si diventa nudi come i prigionieri colpiti a morte.
È un film quasi privo di dialogo ma che nelle espressioni del viso e degli occhi, nella magrezza spettrale e mortifera dei protagonisti, e in particolar modo di Fassbender, comunica tutta la rabbia, l’orgoglio, forse l’intransigenza al limite dell’umano, dei detenuti politici del carcere Long Kesh, tristemente noto come H -Block.
Come qualsiasi esperienza enpatica non è facile da trasporre a parole.Ognuno può porsi in maniera diverse davanti a delle immagini che sono un pugno nello stomaco. Però vanno viste, per riflettere, per non essere più gli stessi, per rendere  comunque omaggio a dei soldati che hanno combattuto per la libertà della propria martoriata terra.
                                                                                                                                    J.

giovedì 15 marzo 2012

Angelo custode cercasi.

Ieri, camminando di fretta per la strada, ho notato buttato in terra, un bigliettino  con su scritto " Hai bisogno di una mano? Chiama il..." e mi sono chiesta se, per stare a passo con i tempi, anche gli angeli custodi si fossero dotati di cellulare!
Quando  e quanto siamo disposti a farci dare una mano?  O aiutare noi stessi dicendo "STOP, mi fermo, ho bisogno di andare piano, di pensarci o di non pensare affatto"? In un mondo tanto frenetico che ci chiede sempre di fare qualche cosa, di essere in qualche posto, di comunicare con tutti, di non perdere mai l'attimo...abbiamo tempo di chiedere "dammi una mano"? Il fermarsi è un lusso, si dice, che non ci si può concedere. Ormai non si concede neanche il tempo della maternità ad una lavoratrice, figurarsi! Neanche per partorire ci si può fermare!
Si vede ovunque gente che corre, che chiama, frenetica e disattenta. Una continua giostra che, alla lunga, fa venire le vertigini!
Il corpo  però non mente mai. Ci manda dei messaggi che non vogliamo vedere ma che si fanno sentire nostro malgrado. Può essere il dolore che ci costringe a letto, localizzato nei posti più svariati. Non è forse il nostro corpo a chiederci "dammi una mano! Io non ti sto più dietro!". E noi, testardi a non voler leggere quel messaggio  lo buttiamo via, come il bigliettino abbandonato per terra.
Ieri correvo, ho visto il biglietto, ma ho continuato a correre. Mi sarei voluta fermare ma dovevo fare, fare, fare...poi sono finita la Pronto Soccorso. Il corpo non mente mai. Era il mio STOP obbligato.
                                                                                                                                                 J.




venerdì 2 marzo 2012

Jo March

Delle piccole donne io ero Jo. Quindi la sorella March ribelle, maschiaccio, amante dei libri e della vita avventurosa.
Ero Jo quando sognavo sdraiata sul divano e mi perdevo nelle pagine di un libro...quanti posti ho visto, quante persone sconosciute ho conosciuto!
Sono Jo quando mi ribello a chi vuole darmi ordini, quando vedo le ingiustizie e la maleducazione prendere il sopravvento, quando non ho voglia di fare ciò che sembra "giusto" per una signorina (ma si usa ancora questo termine?).
Sono Jo quando il mio umore è variabile, quando rendo difficile il farmi capire, quando vorrei afferrare sogni che non raggiungo.
Sono Jo.E vorrei scrivere per gli altri, non solo per me.

                                                                                                                         J-

mercoledì 22 febbraio 2012

Delle piccole donne io ero Jo ...: I cavalli vincenti

Delle piccole donne io ero Jo ...: I cavalli vincenti: " Il cavallo vincente si vede all'arrivo", recita un vecchio adagio. Solo tagliato il nastro d'arrivo si vede chi ha avuto abbastanza forza...

I cavalli vincenti

" Il cavallo vincente si vede all'arrivo", recita un vecchio adagio. Solo tagliato il nastro d'arrivo si vede chi ha avuto abbastanza forza nelle zampe e fiato per battere gli altri concorrenti e vincere. Vale lo stesso per noi esseri umani? Solo al traguardo sapremo dare un senso alla nostra vita e capire finalmente se è stata vissuta o sopravvissuta. Se siamo stati cavalli vincenti?
Un'altra scuola di pensiero recita invece che "bisogna dare un senso ad ogni giorno della propria vita".
La somma di quanto fatto darà poi significato al Tutto.
Ma se viviamo giorno per giorno, navigando a vista, come possiamo capire il senso se non abbiamo neanche una mappa che ci dica dove andare?
Ogni giorno faccio del mio meglio, mi do da fare, cerco di costruire, andare verso una meta, fare qualcosa...eppure finisce la giornata e mi sembra di non essermi mossa dal punto di partenza. Che il movimento della vita sia così lento da sembrare impercettibile?
Quale sarà il senso di fare un lavoro come un automa? BISOGNA trovare il lato buono anche in questo...questo farebbe un cavallo vincente! Ma se io aderissi all'altra scuola di pensiero potrei contestare questo, dicendo che ogni giorno devo dare un senso a ciò che faccio! E se oggi il senso fosse il non lavorare? Andare un pomeriggio in giro a respirare la vita. A vedere facce, a perdermi nelle strade. Oppure ad isolarmi, musica nelle orecchie, dietro un buon libro?
La vita segnata o l'anarchia che non fa mangiare? Neanche la frustrazione, però, fa mangiare!
"Ho avuto grandi ambizioni e sogni turgidi, ma i sogni li hanno avuti anche il garzone e la sartina, perchè tutti sognano. Quello che distingue le persone le une dalle altre è la forza di farcela, o di lasciare che sia il destino a farla a noi". (F.Pessoa)

                                                                                                                    J.

giovedì 9 febbraio 2012

Io copio, che tu copi, che egli copia...

Da giorni, sfogliando le riviste di moda e visitando i blog delle più gettonate fashion blogger, mi viene da chiedermi se sia ancora possibile poter definire uno stile come originale. Poter affermare di qualcuno che ha uno SUO stile, inconfondile, inedito. Da quel che vedo, direi di no. Si dice che il rock sia morto negli anni '80. La moda, intesa in senso lato come abiti, mood, stile, è vissuta un pò di più ma non so se fino ai giorni nostri se non intesa, forse, come una continua rivisitazione di cose già viste!
"Guarda che bei leggins ho comprato" "Non si chiamano più panta??" "Ehi, hai visto che collezione fluo ha proposto Pinco Pallo" " Sarà il caso di rispolverare il maglione fluo di mio cugino del 1982??"...e gli scaldamuscoli? E la vita alta? E le gonne svasate? E le grandi borse in raffia? E i sandali Capri? Sono esempi forse troppo semplicistici, ma quando vedi ragazze, indicate come nuove guru della moda, fotografarsi orgogliose in short e stivali in gomma senza calze, come se fosse il massimo del "mai visto prima", non puoi non pensare a Kate Moss al festival di Glastonbury al braccio di Pete Doherty. 
Il nude look lo ha tenuto a battesimo Jane Birkin (e che madrina!), il vichy lo ha lanciato BB, il tubino è alla Audrey Hepburn, etc, etc.
Si parla di un ritorno agli anni '40, '50, 60,'70...sempre un rifarsi al passato, ovviamente in salsa moderna.
La moda dovrebbe suggerire, ma sta a noi creare il nostro stile personale. Eppure, inevitabilmente, è più facile ricadere nell'effetto carta carbone. Copie di copie di copie di persone favolose e originali.
Ovvio che spetterebbe a noi essere quelle persone, ma in quanti ci riescono?
Persa in queste riflessioni mi sono sentita orgogliosa di me per l'utilizzo delle pochette di tutte le dimensioni: grandi da giorno, piccole ed effetto gioiello per la sera, colorate e divertenti....le mie amiche non ne hanno neanche una e continuano ad inseguire mega shopper viste e riviste, mentre le riviste di moda le hanno elette a must dell'anno!
Però...c'è un però...! Le mie, a ben vedere, sono pochette vintage ereditate da quella stylist sconosciuta ai più che è mia mamma...Accidenti, anche questa volta qualcuna c'è arrivata prima!
                                                                                                              J.


                                                                                                                              J.